Villains LTD

 

#33

FOR YOUR BRAINS ONLY

 

Camera Oscura

Quattro uomini e una ragazzina in costume metallico nero entrano nella stanza buia, inginocchiandosi davanti al grosso cubo nero con un pallino rosso. Prima che parli con la sua voce priva di umanità, l’unico rumore nella stanza è la ventola di raffreddamento.

-Slowdown. Sinapsi. Radar. Cinquantasette. Speed. Demon. L’agente. Pathfinder. E. Un. Marasso. Sono. Scomparsi.

-Abbiamo la conferma della sopravvivenza di almeno sette agenti superumani della Villains LTD. Dovrebbero avere la priorità – protesta Slowdown.

-Chiunque. Collabori. Con. DeCeyt. E’. Nostro. Nemico. I. Nostri. Caduti. Sono. Armi. Uccidete. Anche. Loro. Presto.

-Perché ? Non ci hanno fatto niente… nessuno di loro… perché ti sto a sentire ? Dove mi trovo ? – si chiede Speed Demon.

Il velocista corre verso la porta prima che chiunque abbia il tempo di reagire, non riuscendo a vibrare le proprie molecole per passare attraverso alla blindatura.

-Dove sono ? Cosa mi avete fatto ? Chi sei tu !?!?

-Basta.

La ragazza lo indica con un dito, e Speed Demon crolla a terra… gli impianti meccanici impediscono ai suoi muscoli di muoversi, e alla sua mente di pensare troppo in fretta.

-Il. Suo. Metabolismo. Rigetta. Gli. Impianti. Peccato. Me. Ne. Occuperò. Io. Voi. Terminate. Il. Lavoro.

Quattro lampi di luce teletrasportano via altrettanti mostri, lasciando il velocista solo con il Flagello Nero.

-Se. Non. Vuole. Capire. L’odio. Mister. Sanders. Le. Insegnerò. Il. Dolore.

 

Minstead, Hampshire, Regno Unito

E’ ancora notte quando un portale di teletrasporto si apre dietro la piccola chiesa inglese, e Switch ne esce con cautela.

-Non riesco a credere che stiamo facendo una cosa del genere…

Insomnia è la prossima a uscire, con occhiali da sole nonostante il buio; controlla da entrambi i lati con il suo fucile prima di uscire completamente. Slim Snake li segue tranquillo, e l’ultimo a passare prima che il portale si chiuda è il corpo ospite di Dreadface, un inserviente del Bunker.

Lo strano quartetto si incammina sul prato, controllando le varie croci per trovare la tomba che stanno cercando.

-Perché la moglie di DeCeyt dovrebbe essere sepolta qui ? Non ha senso… - riflette Insomnia, a disagio.

-Link dice che lo scrittore di Sherlock Holmes è sepolto qui vicino… forse era fissata quanto il marito, che ne so – risponde altrettanto nervoso Switch.

-Trovata – annuncia Slim Snake.

-Livia van der Vorst-DeCeyt – legge Dreadface.

Il gruppo si raduna attorno alla lapide… senza nessuna croce o altri simboli religiosi, indica soltanto nome, date di nascita e morte…e qualcos’altro.

-“Aut disce aut discede”… “impara o vattene”… non devono essersi lasciati in ottimi termini – ipotizza il deviante.

-Per usare un eufemismo. Non era morto anche suo figlio ? Non può averli veramente sepolti in due posti diversi… - è sempre più a disagio Switch.

-Assicuratevi che non ci abbiano seguiti, io vado a vedere.

Il corpo ospite di Dreadface si sdraia a terra, e dalla sua bocca esce il parassita alieno che rapidamente penetra prima nel terreno e poi direttamente nella bara.

-Odio questa roba… spero davvero che sia un depistaggio… - prosegue Insomnia.

-“van der Vorst” decisamente non sembra inglese, che ne dite ? – tenta di riprendere la discussione Slim Snake, senza il minimo successo.

Dopo un minuto di agghiacciante silenzio, Dreadface ritorna in superficie e rientra nel proprio corpo.

-Dobbiamo immediatamente fare ritorno alla base… porto pessime notizie.

-Non c’è un corpo ? – immagina Switch.

-Un cadavere in decomposizione da più di vent’anni, come dovrebbe. Ma il suo cervello è stato esportato.

 

Bunker di Emergenza della Villains LTD

Nella stanza di comando a tredici posti, sei sono attualmente occupati dagli agenti superstiti della Villains LTD… Switch, Insomnia, Diamond Dran, Eclisse, Slim Snake e Dreadface.

Unico assente Shades, ormai incaricato della difesa dell’installazione.

L’Imperatrice del Crimine, fino a due giorni prima seconda in comando di Augustus DeCeyt, è in piedi davanti ad uno schermo che occupa metà del muro.

-DeCeyt è ancora in condizioni critiche, ma mostra lievi segni di miglioramento. La lama ha lacerato laringe e trachea, ma ha mancato completamente la carotide. Considerata la precisione dell’attacco, non può che essere voluto… l’assalitore non voleva ucciderlo sul colpo. Voleva distruggere il suo cervello a poco a poco.

-Sopravviverà ? – chiede Insomnia.

-Fisicamente lo aspetta una lunga riabilitazione, ma mentalmente… secondo i dottori, in questo momento dovrebbe essere in coma. Sembra però che il cervello di DeCeyt abbia una struttura anomala… normalmente, quando una parte del cervello smette di funzionare, gli altri neuroni sopperiscono alla mancanza. Il cervello di DeCeyt sembra avere una reattività molto maggiore della norma; forse è una delle cause della sua intelligenza superiore. Non è in coma…al contrario, la sua mente sembra in iperstimolazione. Il suo cervello si sta letteralmente bruciando nel tentativo di riparare al danno.

-Sicuramente starà pensando a un piano per salvare la baracca – scherza Switch.

-Veniamo al dunque, cosa sappiamo del nostro nemico ? – incita Dran.

Link mostra due immagini sullo schermo: una fotografia di Pathfinder nel suo costume cyborg, ed il volto di una attraente donna sudamericana.

-Sembra che si faccia chiamare “il Flagello Nero”. Secondo i dati in nostro possesso, ha accesso ad una tecnologia di livello superiore… forse persino concorrenziale alle capacità del Capo o del Dottor Destino. I suoi soldati sono nostre vecchie conoscenze… ha creato un intero esercito di copie robotiche di Marasso, trasformato Pathfinder in un cyborg sotto il suo controllo, ed in qualche modo è riuscito persino a ricreare il corpo di 57 che avevate distrutto in un’esplosione atomica.

-Ha fatto anche di peggio…credo abbia resuscitato il fratello di Pathfinder – ricorda Insomnia.

-Connor Mathers, alias Sinapsi. Dopo che lo avete ucciso, il Flagello l’ha riportato in vita come energia elettro-neurale vivente. Sembra che abbia persino soggiogato Slowdown… e questa è una pessima notizia perché non solo dimostra che la sua influenza si spinge fin nello spazio, ma perché Slowdown da solo era più potente di tutta la nostra organizzazione messa insieme. L’ultimo suo agente, che ha accoltellato l’Imperatore, non è ancora identificato con precisione.

-E non abbiamo nessun indizio sulla sua identità ? Perché uno sconosciuto si prenderebbe tutto questo disturbo ? – chiede Eclisse.

Link annuisce, indicando la donna sudamericana.

-Signori, vi presento Livia van der Vorst, la deceduta moglie di DeCeyt. Sul coltello era incisa la data delle nozze di Napoleone, così ho immaginato un collegamento. Dreadface ?

-Il corpo non è mai stato mosso, ma le manca il cervello. Deve essere stato estratto prima della sepoltura.

-Come è morta ? – chiede Slim Snake.

-Di parto, alla nascita dell’unico figlio di DeCeyt… anch’egli morto – risponde automaticamente Link.

-No, questo è impossibile.

-Dreadface ?

-Ho visto il cadavere. E’ morta perché le è stata tagliata la gola, lacerando laringe e trachea ma risparmiando la carotide. Vi ricorda niente ?

Il silenzio che segue è ben più che agghiacciante. Alcuni dei presenti si ritrovano a respirare con fatica.

-Mio dio… la pista è giusta. E’ una vendetta personale, qualcuno voleva che DeCeyt soffrisse quanto la moglie – capisce Link.

-La domanda è, chi l’ha uccisa ? – chiede Slim Snake.

-Ce n’è un’altra… - riflette Eclisse, fermandosi un attimo a riflettere. Gli altri si fermano ad ascoltarla, e lei conclude incredula:

-Che fine ha fatto quel cervello ?

L’Imperatrice del Crimine si ricompone, indicando una delle due metà dello schermo: la cyborg in costume nero.

-C’è una sola persona al mondo che potrebbe scoprirlo: Pathfinder.

 

Camera Oscura

Sotto le grida di dolore di Speed Demon mentre dei cavi si inseriscono nel suo stesso sangue, il rumore del teletrasporto è talmente lieve da essere inesistente.

Sinapsi, o meglio Sinapsi ed il corpo che la sua energia elettrica sta controllando, appaiono nella stanza dell’operazione.

-Nessun segno della Villains LTD in nessuno dei rifugi conosciuti, Flagello. Crediamo ne avessero uno escluso da ogni database.

-L’ultimo. Piano. Di. DeCeyt. Davvero. Appropriato. Dove. Mi. Nasconderei. Se. Fossi. Lui ?

Le macchine si ritirano, ed il velocista è ormai decisamente troppo esausto per cercare di scappare. Si limita a riprendere fiato, ancora incatenato.

-Continuate. Le. Ricerche. Contattatemi. Solo. Se. Strettamente. Necessario.

-Signore ?

-Devo. Pensare.

 

Bunker di Emergenza della Villains LTD

Leah Mathers alias Pathfinder è seduta sul letto dell’infermeria, braccia e soprattutto gambe legate da spesse catene di titanio rinforzato.

Alcuni impianti sono stati rimossi, tra cui quelli che le impedivano di muovere i muscoli della faccia e di chiudere gli occhi. Continua però a fissare il vuoto, con la bocca aperta; sotto il camice d’ospedale, alcuni led continuano a lampeggiare.

Miss Link accompagna Eclisse al suo capezzale, facendola sedere proprio davanti alla mutante.

-Voglio che tu capisca che è assolutamente volontario…non posso rischiare di perdere ancora un altro agente.

Eclisse si volta per vedere il padre, che a braccia conserte continua a vegliare sull’Imperatore del Crimine.

-Sono pronta, ma ci potrebbe volere del tempo. Pathfinder ? Leah ?

La donna non risponde agli stimoli, ed Eclisse è costretta a farle girare la testa con la forza.

-Guardami negli occhi… mi capisci ? Non distogliere lo sguardo…

Le due criminali restano ferme così per alcuni secondi, prima che Eclisse dichiari:

-La sua mente è stata schermata artificialmente, ma sarà un lavoro lungo. Dite a Dreadface di cominciare.

-Sicura di non volere il suo aiuto ? Potrebbe disattivare alcuni impianti dall’interno…

-L’Imperatore ha la priorità. Non sono queste le regole ?

-Certo…

 

Dall’altra parte dell’infermeria, il corpo ospite di Dreadface siede in modo scomposto davanti al letto di DeCeyt. Il beep costante del battito cardiaco è rassicurante, considerate le circostanze.

-Mettiamo subito in chiaro una cosa – inizia Miss Link – Il corpo di DeCeyt è molto debole, potrebbe non sopportare a lungo la tua possessione. Se dovessi accorgerti di prendere troppa energia, lascialo subito.

-Non temere, la simbiosi iniziale dovrebbe permettere al suo cervello di resistere.

-Pensi di poterlo curare ?

-Dipenderà dai danni subiti, e da quanta energia vitale potrò usare. Ma sopravviverà senza problemi.

-Ammesso che tu sopravviva a lui – nota Shades, con un sogghigno.

L’alieno lo ignora, ed una massa nera esce dal corpo ospite per entrare nel cervello di Augustus DeCeyt passando dalla gola. Tutto ciò che rimane della Villains LTD osserva con speranza il passare dei minuti… notando che la ferita sul collo si sta già rimarginando.

-Quanto ci mette ? – chiede impaziente Shades.

-Guarda…che ti sento… - parla finalmente DeCeyt, con il timbro di voce deformato di Dreadface.

-Riesci a comunicare con l’Imperatore ? Puoi fargli riprendere conoscenza ?

-Ci sto provando… mi resiste…

-Chiedigli se sa qualcosa del Flagello Nero. Parlagli di sua moglie – insiste Link.

-Lo sto…facendo…

 

Nella mente di Augustus DeCeyt

Dreadface prende la forma di un umanoide ricoperto della sua sostanza oleosa, il volto bianco e macabro. Il professore è ancora incosciente, quindi deve trovare un modo per comunicare con il suo inconscio… e convinto che questa forma sarà adatta, apre una porta.

Si ritrova in una folla di persone, una fiumana all’interno di mura strette, grigie e asettiche. Riempiono ogni centimetro disponibile, e gli fanno mancare l’aria anche se non deve respirare.

Nessuna di queste persone ha un volto. Ha l’impressione che stiano parlando, ma non riesce a capire una sola parola. Lo trascinano come un fiume in piena, all’interno di un labirinto che cambia forma in continuazione.

Con estrema fatica, Dreadface riesce a scavalcare le persone ed arrampicarsi su una delle lisce pareti asettiche del labirinto. Si alza di un paio di metri per avere una visione d’insieme… il labirinto si estende a perdita d’occhio, sempre pieno di persone, sempre intente a discutere qualcosa.

Dreadface è entrato nelle menti di centinaia di persone, da centinaia di mondi diversi… eppure nessuna è mai stata così asettica, così computerizzata, così impersonale.

Il cielo è uno scorrere di nuvole di carta, parole su parole di migliaia di libri memorizzati. Il terreno è un altro labirinto nel labirinto, in continua evoluzione.

-Professore ! Ho bisogno di parlarle !

-Si sbrighi – risponde la mente.

Dreadface si volta, e lo scenario è completamente mutato. E’ in una stanza piccola e grigia, un’unica finestra sbarrata che non porta in nessun posto.

Augustus DeCeyt nella sua uniforme di Imperatore sta disegnando qualcosa su una lavagna… sembrerebbe un disegno del cervello umano.

-Ho analizzato la situazione corrente e trovato una via d’azione più redditizia, mister Dreadface. Questo diagramma le indicherà come riparare il mio cervello nel modo più efficiente possibile. Lo ritiene sufficientemente chiaro ?

-Si direbbe…fattibile. Ma impiegherei diversi giorni a curarla, e potremmo non avere tutto questo tempo. Voglio che mi parli del Flagello Nero, professore.

-Temo di non avere conoscenze al riguardo, mister Dreadface. Suppongo che il suo nome sia ispirato ai vari Flagelli della Criminalità che sono esistiti negli ultimi anni, ma non possiedo indizi per intuirne l’identità o gli scopi.

-Crediamo che sia tutto collegato a sua moglie, professore. Abbiamo bisogno del suo aiuto se vogliamo capire chi è il Flagello Nero.

-Mia moglie ? Palesemente ridicolo, mister Dreadface. Io non ho nessuna moglie. Non avrei mai dovuto averne una.

-Perché non me ne parla ?

 

Lo scenario cambia ancora radicalmente, e Dreadface ne è stupefatto. Normalmente le sue vittime perdono subito il controllo della propria mente; solo in pochi, eccezionali casi, sono riusciti a riprendere il controllo dopo una strenue lotta. Ma in questo caso, è evidente che DeCeyt ha il completo controllo.

-Dove siamo ? – chiede l’alieno, osservando un porto.

Una ragazza si avvicina alla riva, scortata da mezza dozzina di guardie del corpo. Il suo aspetto fragile e giovanile non fa che sottolineare il suo sguardo… glaciale.

Le si avvicina un giovanotto inglese particolarmente anonimo, che cammina fiero senza mai nemmeno sbattere le palpebre.

-Lei da giovane… quella è sua moglie ?

-Livia van der Vorst… conoscevo la fama della famiglia di suo padre, naturalmente. I più grandi e spietati speculatori dell’impero coloniale olandese. La famiglia di sua madre, invece, gestiva la più antica organizzazione di trafficanti di droga del continente. Una donna affascinante, dalle capacità intellettive sconfinate.

Un altro salto. I futuri sposi sono in camice bianco, all’interno di un avanzato laboratorio d’analisi. Stanno discutendo osservando l’immagine di un cervello umano.

-Era stata lei a contattarmi. Nel tentativo di sintetizzare la droga più potente del mondo, era diventata una pioniera nella ricerca neuroscientifica… ed analizzato personalmente i cervelli dei miei antenati.

Mentre Livia è intenta ad illustrare le sue teorie, Dreadface non può fare a meno di notare quanto il giovane DeCeyt sia immensamente più interessato alla ragazza, non togliendole mai gli occhi di dosso. E’ forse la prima volta in cui il professore gli sembra un essere umano.

-Secondo le sue teorie, la mia famiglia era portatrice di una rarissima malformazione congenita in cui la parte del cervello che governa le emozioni si atrofizza di generazione in generazione, potenziando tuttavia le capacità intellettive superiori. Io ero già a conoscenza di qualcosa del genere, anche se mio padre aveva un’idea molto diversa della nostra “maledizione”. Livia era convinta di poter usare le sue ricerche per aumentare l’intelligenza dei miei figli a livelli super-umani, permettendoci così di evolvere la razza umana a livelli di puro pensiero sinora inimmaginabili.

“Interessante” riflette Dreadface “Livia, non Miss van der Vorst. L’unica persona che non chiama per cognome”

All’interno del ricordo, Livia finisce la sua esposizione e sorride ad Augustus con la follia negli occhi…ed il futuro Imperatore del Crimine risponde con un cenno del capo, con una lucida follia nello sguardo così profonda da disturbare persino Dreadface.

-Ci sposammo due giorni dopo. Per usare un eufemismo, la sua famiglia non era d’accordo…

In un altro cambio di scena, Livia abbraccia Augustus gustandosi l’immagine di una antica casa coloniale esplodere in un boato assordante.

-Non che fosse un problema per noi, ovviamente.

 

La campagna brasiliana lascia spazio ad un asettico ospedale, ma stavolta DeCeyt non sta osservando al ricordo con distacco… fa parte della rappresentazione, mentre sua moglie sta partorendo. E’ lui stesso ad estrarre il bambino, mentre parla.

-Livia proseguì i suoi esperimenti per tutta la gestazione. Nostro figlio Tiberius sarebbe dovuto essere l’essere umano più intelligente a nascere nella storia planetaria.

DeCeyt estrae il bambino, che non sta piangendo. Lo solleva in aria e lo fissa, come se stesse analizzando una reazione chimica.

-Inutile a dirsi, non funzionò. Livia doveva aver sbagliato qualcosa. Tiberius non sembrava reagire a nessuno stimolo intellettivo… ma era capace di stimolare un’unica reazione in mia moglie.

Dreadface osserva qualcosa di terribile farsi strada nella mente di DeCeyt, mentre la moglie si avvicina al figlio e lo prende in braccio, sorridendogli.

-E’ perfetto, non trovi Augustus ?

Per la prima volta da quando l’ha incontrato, Dreadface giurerebbe di aver appena visto un’emozione nel volto del professore. Odio.

-L’esperimento era fallito. L’unica cosa da fare era salvare i dati di valore.

Si volta ad aprire un cassetto, da cui estrae un coltello da cucina. Livia non capisce, ma non sembra sospettare le sue intenzioni. Invece DeCeyt le si avvicina e le conficca il coltello nella gola, con forza e precisione.

La osserva per un minuto o due, prima di estrarre l’arma. E con un colpo rapido e deciso, la usa per uccidere anche il figlio.

-Ma…perché ? Non ha alcun senso ! – protesta Dreadface. Nemmeno la sua gente ha mai commesso crimini così atroci !

-Il bambino era inutile. Un ammasso di geni senza intelletto. Livia, invece… era pur un eccellente oggetto di studio, e le sue conoscenze non potevano essere sprecate.

 

L’ospedale piomba nel buio, annunciando un cambio di scena. Dreadface osserva DeCeyt lavorare con una piccola sega circolare, intento a recidere una parte del cranio del cadavere di sua moglie. Dietro di lui, una grossa scatola nera.

-Tiberius dovette essere cremato, per evitare che si sospettasse della sua malformazione. Dovetti lavorare rapidamente, basandomi sulle ricerche di Livia ed imparando in pochi giorni tutto lo scibile della neurochirurgia… ma riuscii a preservarla.

C’è un salto di parecchie ore, quando DeCeyt sta collegando il cervello immerso in un liquido nutriente al complesso sistema computerizzato dentro la scatola nera. Una ventola di raffreddamento si è appena azionata.

-Era un rivoluzionario esperimento sulla comprensione dell’essere umano. Lo studio di un cervello separato da ogni realtà materiale, immerso in un regno di puro pensiero… ironicamente, avevo appena trasformato Livia in tutto ciò che voleva essere.

-Cosa le accadde ?

-La portai in un complesso segreto che avevo acquistato in California, inaccessibile. I sistemi vitali richiedevano pochissima manutenzione, e l’unica interfaccia con il mondo esterno era il sistema d’allarme che mi avrebbe richiamato in caso di malfunzionamento.

-Quindi si trova ancora in quel complesso in California ? Come ci arriviamo ?

-Non “arriverete” da nessuna parte, mister Dreadface. Non ho programmato il suo arrivo in questo luogo, e sicuramente non la sua fuga.

La scena cambia un’ultima volta… all’interno di una stanza buia, una gabbia di luce appare attorno a Dreadface mentre DeCeyt ne resta all’esterno.

-Che cosa significa ? Non crederà di potermi far restare in silenzio dopo quello che ho scoperto !?

-Se i suoi colleghi sapessero del mio passato, mister Dreadface… dubito potremmo ricostruire la Villains LTD. Tuttavia, ho ancora bisogno di lei per un ultimo incarico.

 

Bunker di Emergenza della Villains LTD

Dopo parecchi minuti di inattività, Augustus DeCeyt inizia ad agitarsi. Gli agenti nell’infermeria sono subito in allarme, ma non sanno cosa fare.

-Dreaface, esci subito di lì ! Lo stai uccidendo ! – ordina Link.

L’Imperatore stringe i denti, ed una sostanza oleosa gli esce da naso e bocca…mista al suo sangue.

-L’elettroencefalogramma è impazzito ! Chiamate un medico, dobbiamo estrarlo a forza !

-Aspetta… - la ferma Shades – Questa schifezza che gli esce dalla testa… la riconosco. Non è Dreadface a divorare DeCeyt… è esattamente il contrario…

Sotto gli occhi ansiosi dei presenti, DeCeyt sembra calmarsi mentre sempre più liquido nero esce dagli orifizi della sua testa. Allo stesso tempo alcuni capelli bianchi riprendono colore, alcune rughe spariscono, e l’Imperatore sembra ringiovanire a vista d’occhio.

-Non ci posso credere… le sue onde cerebrali stanno tornando normali… deve aver bruciato tutte le energie vitali di Dreadface per curarsi !

Augustus DeCeyt apre finalmente bocca, ed anche se più flebile del solito, a parlare è decisamente la sua voce:

-Miss Link…rapporto…

-Professore !!! Come si sente !?

-Come… se avessi di nuovo… quarant’anni… e fossi reduce… da un intervento neurochirurgico…

-Dreadface ? – chiede l’ormai ex Imperatrice.

-Morto…fidati, me ne intendo – risponde Shades toccando la massa aliena.

-E’ riuscito a chiederle di sua moglie ? Come è collegata al Flagello Nero ?

-Chiedete a…Pathfinder…lo ha già cacciato per me… ora devo…riposare…

-Tempismo impeccabile, prof – si introduce nella conversazione Eclisse, ormai da mezz’ora intenta a fissare negli occhi la mutante.

 

Mentre miss Link è impegnata a discutere la salute del professore con i medici, Switch ed Insomnia si avvicinano ad Eclisse.

-Allora ? Puoi farla parlare ?

-Risponderà alle vostre domande… ma ricordatevi che la sua mente è molto fragile, e potrebbe non ricordare tutto.

-Sai chi è il Flagello Nero ? – è la prima domanda di Insomnia.

-No… - risponde lentamente Pathfinder.

-Conosci le coordinate della sua base ? – continua Switch.

-Giustizia…sarà fatta…

-Qualcosa la sta ancora bloccando, cambiate argomento – suggerisce Eclisse.

-Conosci Livia van der Vorst ? Sai dove si trova il suo cervello ?

-Sì…no… è dentro… il Flagello Nero…

-Credo sia sul punto di crollare, avete colpito un nervo scoperto. Non datele tempo di adattarsi o la perderemo !

-Quando hai incontrato il Flagello Nero ? Qual è la connessione con Livia van der Vorst ? – incita Insomnia.

Per la prima volta da quando l’hanno recuperata, Pathfinder sembra reagire. Oltre a rispondere automaticamente, inizia a cambiare la propria postura e il timbro di voce.

-Un professore universitario…mi ingaggiò per rintracciare un cervello…

 

Nella mente di Pathfinder

In una prestigiosa università, un uomo di mezz’età versa due tazze di tè. Ne offre una ad una giovane ragazza, poco più che ventenne, che indossa un paio di stivali molto pesanti e molto usati. I capelli castani sono raccolti in una corta coda di cavallo.

-Confido nella sua discrezione, miss Mathers.

-Se conosce la mia fama, professor DeCeyt, saprà che non rilascio informazioni sui miei clienti. Tuttavia, deve ammettere che è una ricerca molto strana… lei vorrebbe che rintracciassi queste onde cerebrali che mi ha fornito, senza volermi dire a chi appartengono ?

-Lo ritiene al di fuori delle sue possibilità, miss Mathers ?

-No, ma…

-Bene. Latte o zucchero ?

 

Una settimana dopo, in una località segreta in California. Pathfinder abbatte con un calcio il portone blindato, trovando solo polvere.

-Se mi sono sbagliata un’altra volta, dovrò ridare i soldi a DeCeyt… questo cervello del diavolo non è dove credeva che fosse, e sono giorni che giro in tondo per…

-Chi. Sei. Tu ?

La donna si guarda attorno per capire da dove proviene la voce, palesemente artificiale. Il suo potere mutante sente la presenza di un solo cervello, e ne segue le tracce.

La costruzione è piccola, ed la polvere è ovunque. In effetti, l’unico oggetto che trova è una grossa scatola nera con un puntino luminoso rosso… ed è da lì che provengono le onde cerebrali che avverte, per quanto sia assurdo.

-Sei…una persona ?

-Lo. Ero.

-Che cosa…che cosa ci fa, qui ?

-Penso.

-Hai un nome ?

-Un. Tempo. Ero. Livia. Van. Der. Vorst. Ora. Sono. Solo. Pensiero.

-Mi manda Augustus DeCeyt… mi ha mandata qui per recuperarti… dice che potresti essere in pericolo.

-Lui. E’. Il. Pericolo. Nessun. Mezzo. Per. Comunicare. Non. Potevo. Vedere. Sentire. Vivere. Devo. Scappare.

Pathfinder si abbassa, toccando il cubo…è caldo, ma una ventola di raffreddamento è sempre in funzione. Per quanto distorto, non ha dubbi: il cervello che cerca è lì dentro.

-Ma stiamo parlando. E sei riuscita a nasconderti per tanto tempo…

-Modificato. Il. Sistema. Di. Allarme. Per. Comunicare. Mi. Sono. Connessa. Ai. Sistemi. Informatici. Pagato. Traslocatori. E. Assassini. Per. Zittirli.

-E adesso… adesso cosa hai intenzione di fare ?

-Adesso. Non. Posso. Fare. Niente. Ma. Un. Giorno. Giustizia. Sarà. Fatta.

Una potente scarica elettrica illumina la stanza, colpendo duramente la mutante.

 

Ore dopo, Leah Mathers riprende i sensi. Augustus DeCeyt la sta trascinando fuori dalla costruzione in fiamme.

-Che è…successo…professore ? Dov’è Livia ?

-L’avevo pagata per scoprirlo, miss Mathers. Non ci sono segni di fuga, e non avrebbe potuto muoversi da sola. Immagino sia finalmente scomparsa.

-“Finalmente” ? Ho fatto le mie ricerche, prima di accettare l’incarico ! Livia van der Vorst era sua moglie !!!

-Di cui ho cercato di preservare la vita come meglio potevo… un esperimento fallito, sono costretto ad ammettere.

-Non può cavarsela così facilmente !!!

-Vedremo. Prima di terminare la nostra collaborazione, tuttavia, vorrei farle conoscere un mio vecchio collega. Il dottor Faustus sarà ansioso di parlarle, mi creda.

 

Bunker di Emergenza della Villains LTD

Una lacrima scende dagli occhi di Pathfinder, ancora priva di espressione. Eclisse indietreggia, strofinandosi gli occhi.

-Ecco perché è stato così difficile. Nella sua mente era stato inserito un blocco post-ipnotico… non ricordava niente di quella missione. Credo che sbloccare quel ricordo abbia degenerato il controllo cibernetico, dubito che il Flagello potrà controllarla ancora.

-E’ l’ultimo dei nostri problemi, al momento – ammette Switch.

-Così… il Flagello Nero è la moglie del professore ? Ma perché cercare di vendicarsi… a quanto ricorda Pathfinder, è grazie al professore se il suo cervello funziona ancora ! Dovrebbe ringraziarlo per averle salvato la vita !

-Forse non le piace la “vita” che le ha ridato, Insomnia – risponde Shades.

-E ancora non abbiamo scoperto chi l’ha uccisa – ricorda miss Link, guadagnandosi un’alzata di sopracciglio da parte di Shades.

-Non ha più importanza – interviene l’Imperatore del Crimine, mettendosi a sedere sul suo letto.

Mentre si stacca le flebo dalle braccia, il camice ancora sporco di sangue e del cadavere di Dreadface, sembra energico come non l’hanno mai visto.

-Il Flagello Nero mi incolpa della sua situazione, ed ha passato gli ultimi vent’anni con una sola cosa da fare: odiarmi. Per vent’anni, ventiquattr’ore al giorno, 365 giorni all’anno, ha continuato a pensare a come uccidermi. Ogni sua strategia… dall’accoltellamento per ricordarmi la sua morte alla scelta delle pedine per ricordarmi i miei errori… è volto ad un solo fine ultimo: farmi soffrire quanto ha sofferto lei.

Si rialza in piedi, ringiovanito di almeno dieci anni, regale nonostante l’umile abbigliamento.

-Mio padre era solito dire: “Quando tutto il resto fallisce, cambia il modo di pensare del tuo avversario”. Il Flagello Nero vuole giustizia ? L’avrà.

 

CONTINUA !!!